Il treno dei bambini

Dice agli altri che io sono uno dei bambini del treno e che mi devono accogliere e farmi sentire a casa mia. A casa mia non avevo niente penso. Quindi è meglio che mi accolgono come a casa loro ✒️


Nel secondo dopoguerra, Amerigo vive con sua madre a Napoli in una situazione di povertà.

Un’iniziativa del partito comunista, permise a coloro che erano in difficoltà di mandare i figli per un periodo al nord, in case di persone che li avrebbero accuditi.

Amerigo, a sette anni, salì sul treno.

Perché? Chi ti manda via ti vuole bene? Amerì, a volte ti ama più chi ti lascia andare che chi ti trattiene

Il racconto è diviso in due parti diverse ma indissolubili, che segnano la distanza tra il bambino e l’uomo.

Nella prima parte ci parla Amerigo bambino, uno scugnizzo di una tenerezza disarmante che mi ha tenuta tutto il tempo con il sorriso e una lacrima pronta a fare capolino.

Nella seconda parte si presenta a noi l’adulto, dipanando tutta la storia e raccontando come l’esperienza del treno l’abbia spezzato tra l’amore per l’amore è ciò che desiderava.

Un libro letteralmente sublime, emozionante come pochi.

Se vuoi sostenerci puoi acquistare il libro da questo link affiliato* (bottone in basso)


Per favore, seguici e metti mi piace:

Condividi questa recensione

Lascia un commento

Valuta questa recensione

Ti piace questo blog? Dacci una mano, fallo conoscere ai tuoi amici!

Send this to a friend