Il corridore

“Una volta che si è eliminato l’impossibile, quello che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità”🖋


Gabriele porta sulle spalle il peso di un passato difficile, suo figlio è stato ammazzato e il suo solo scopo è vendicarlo; un tempo gareggiava nel mezzofondo ma passati tanti anni ha smesso ma gli è rimasta l’abitudine di andare a correre al parco, è il suo modo per schiarire i pensieri e trovare l’energia.

Un giorno, correndo, scorge tra i cespugli il cadavere di una ragazza che ha la stessa età che avrebbe avuto suo figlio David se fosse stato ancora vivo. Per caso scopre che ad indagare sulla morte della ragazza è la sostituto procuratore Sara Merz, che è da poco arrivara a Torino per sfuggire ad un marito violento.

Tra Sara e Gabriele nasce un rapporto di immediata fiducia e stima, è così che iniziano ad indagare insieme mentre sono costretti a fare i conti ognuno con il roprio passato.

“Quel punto si chiama limite di snervamento…il punto di non ritorno, oltre al quale persino l’omicidio cessa di essere un tabù e ci appare come una soluzione praticabile. Ma non sempre il superamento di questo limite si manifesta con l’esplosione della furia omicida, il raptus, tanto per intenderci. No, uccidere può anche essere il frutto di una lucida pianificazione. Semplicemente, la nostra coscienza smette di resistere e l’omicidio diventa moralmente accettabile”

Thriller avvincente, dalla trama fitta e ben intrecciata, al punto da sembrare un film. Mi sono tuffata in una storia che non ha smesso di sorprendermi fino all’ultima pagina. Un racconto doloroso, denso, che fa stringere i pugni e i denti.

Gabriele, il protagonista della storia, è un uomo al quale viene meno tutto quando il figlio gli viene strappato via in modo violento da una banda criminale. Da quel momento qualcosa si incrina definitivamente, qualcosa gli si spezza dentro, senza una rabbia apparente, ma con livore e metodo sente il bisogno di vendetta.

Quello che attraversa è un momento cruciale nel quale la luce che fa strada alla sua coscienza si spegne definitivamente, conducendolo lungo un percorso che sembra inevitabile. I personaggi che animano la storia sono sfaccettati e li seguiamo in un tratto della loro vita, riuscendo così ad osservarli in momenti diversi fino ad entrare in empatia con loro, affiancandoli in una storia tesa ed amozionante.

Tra queste pagine il bene ed il male si sovrappongono e spesso si confondono, mettendo a nudo la parte più oscura di persone insospettabili, forse quella che, come sostiene Gabriele, si trova in ognuno di noi e viene fuori una volta che si giunge al punto di non ritorno.

Guarda l’intervista a Maurizio Foddai

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