Scherzetto

“Dietro la vita costumata di ogni giorno – sospirai pieno di scontento- c’è uno spiritello senza educazione che fingiamo di non vedere, un’energia che ci anima la carne debellando a scadenze fisse ogni compostezza, anche nei più composti”✒


Betta abita a Napoli, città dalla quale il padre è andato via da giovanissimo iniziando una carriera da illustratore, ora è con suo marito in procinto di una partenza per un convegno e chiede al padre di badare al nipotino Mario di quattro anni per tre giorni. Nonno e nipote sono perfetti sconosciuti.

Stava riemergendo il senso della precarietà di ogni cosa che Napoli mi aveva trasmesso fin dall’adolescenza e che a vent’anni mi aveva fatto scappare via

Tre giorni insieme e soli, un uomo anziano , ancora convalescente, molto distratto e preso da un lavoro che dovrebbe portare a termine ed un bimbo vivacissimo , curioso, istruito dai genitori ad esprimersi come un adulto.

Due genitori in fuga forse più che per un convegno, per risolvere una crisi coniugale.

Una scrittura densa fluida che mi ha trasmesso curiosità e ansia durante tutta la narrazione.

Le situazioni che si creano sono per un verso comiche e tenere nel momento in cui i due mondi si scontrano, e per l’altro terrificanti soprattutto nel momento in cui i ricordi chiusi nella casa d’infanzia del nonno risvegliano sensazioni di malinconia, paura e fantasmi sopiti che tornano a farsi vivi.

E’ l’occasione per il protagonista di affrontare i mostri che lo tormentano ma anche il mostro che c’è dentro di lui, un mostro che lo tiene border line, lo stesso che credo sia in ognuno di noi ma del quale non abbiamo il coraggio di parlare, e forse l’unico modo per domarlo è imparare a guardarlo dritto in faccia.

Se vuoi sostenerci puoi acquistare il libro da questo link affiliato* (bottone in basso)

Per favore, seguici e metti mi piace:

Condividi questa recensione

Lascia un commento

Valuta questa recensione

Ti piace questo blog? Dacci una mano, fallo conoscere ai tuoi amici!

Send this to a friend