Quando il mondo era nostro

” Chi li avesse visti avrebbe potuto suggerire che tra tanti cambiamenti loro rappresentavano la fine di un’era, ma si sarebbe sbagliato di grosso. Perché non erano arrivati alla fine: tra loro non ci sarebbe mai stata una fine. Erano solo all’inizio”.


Ungheria, 1943. Eva credeva di sapere cosa fosse l’amore. Fidanzata con un brillante studente di medicina, pensava di avere tutto ciò che potesse desiderare. Ma, da quando il suo sguardo ha incrociato quello di Aleandro, un giovane artista dalle grandi ambizioni, Eva non ha più certezze. L’unica cosa che sa è che nessuno la fa sentire così, come se si fosse svegliata da un lungo sonno. Tra i due nasce un sentimento che si fa ogni giorno più forte: non importa che lei sia già promessa a un altro e che suo padre – fervente sostenitore del nazismo – impazzirebbe di rabbia se sapesse che la figlia frequenta un uomo di una razza inferiore. Eva è disposta a lottare con ogni mezzo per affermare il suo diritto alla felicità. Quel sogno, però, sta per essere spazzato via dalla guerra che infuria in tutta Europa e che, alla fine, travolgerà anche le loro vite. Eppure, nonostante gli anni e i chilometri di distanza, Eva e Aleandro non smetteranno mai di cercarsi e credere che il loro amore sia più forte anche del destino

” A volte la tragedia più grande è non riuscire a vedere ciò che abbiamo già, ciò che esiste ancora, ed è alla nostra portata “.

Questa storia parla del vero amore. Quello che si incontra una volta nella vita e niente può distruggerlo. Quello che vede la felicità della persona amata al primo posto e anche a scapito della propria. Una storia cos^ pura non può non essere consigliata.

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