Portami lassù

Potevo recarmi ovunque il pensiero di me fosse vivo. Con chi mi amava era più facile. Dipendeva dal bene che mi volevano. Il loro amore nei miei confronti apriva canali che potevo attraversare per raggiungerli. Ma quelle visite esigevano il dispendio di uno strano genere di energia, che Primo descrisse con il termine “Uari Uari”


Luca Borgoni è un ragazzo con un grande talento per lo sport ed una passione immensa per la montagna; il suo sogno è la scalata del Dhaulagiri, vetta di oltre ottomila metri. L’8 luglio del 2017, allenandosi per la sua impresa, scalando la parete del Cervino, le sue mani cedono e la caduta non gli lascia scampo.

La sua vita si spezza ma non l’amore per lui, sua madre Cristina discute la laurea come sarebbe toccato fare a lui pochi giorni dopo rispetto alla data dell’incidente, il suo amico Davide decide di affrontare l’impresa della scalata del Dhaulagiri per avverare il sogno di Luca portando la sua foto fino in cima. Mettetevi comodi e aprite il libro, sarà proprio Luca in prima persona a raccontare, attraverso la mano amorevole di sua madre Cristina.

Mamma, ascolta. Tu hai sempre questo incubo, questa paura della montagna. Eppure, se mi dovesse succedere qualcosa in montagna io morirei nel momento di massima felicità. Me ne andrei felice. Voglio dirti una cosa, mamma. Io in montagna sono libero.

Spiazzante, porta con sé un messaggio d’amore così semplice eppure troppo grande per essere compreso appieno. Ho pianto tanto, ma mai di tristezza, per tutta la lettura mi ha accompagnato una forte elettricità; quella di Luca è una storia piena di vita, proprio per questo mi ha messa in ginocchio, più leggevo e più sentivo la forza e contemporaneamente il dolore di Cristina, una madre capace di tenere teso e saldo un filo con il figlio, senza barriere, senza limiti, come se l’incidente non avesse avuto il potere di scalfire l’energia e l’entusiamo di Luca, che continua a fare eco nel cuore e nei gesti della madre e di tutti quelli che continuano ad amarlo.

Questo racconto, per restare in tema di montagna, ciò che a Luca è più caro, mi ha scavato dentro in maniera spietata, proprio come fa un ghiacciaio con una montagna, lasciandomi dentro un solco che con le sue parole ha riempito d’ amore, di forza e di speranza.

Grazie di cuore Cristina per avermi fatto partecipe di questo cammino, e sono davvero orgogliosa di aver aggiunto una piccola foglia alla quercia che tiene Luca vicino a chi lo ama, l’ho fatto con le mie lacrime, la mia commozione e con il luminoso sorriso che siete riusciti a stamparmi sul volto.

Guarda l’intervista a Cristina Giordana

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