
Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son brutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si portava addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia….tutta scritta addosso.✒️
La storia raccontata è quella di un neonato abbandonato su un transatlantico e ritrovato per caso da un marinaio di colore che se ne prenderà cura. “Novecento”( il nome dato al piccolo) suona il pianoforte e la sua vita è confinata sulla nave, lì c’è tutto il suo mondo. Si narra di lui come il più grande pianista mai esistito.
Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla
Novecento, il leggendario pianista sull’oceano, un genio malinconico ed introverso. Baricco, con un monologo breve ma molto intenso, ci fa sentire l’immensità dell’oceano e attraverso il protagonista ci mette di fronte ad alcuni dei più grandi limiti dell’essere umano, il senso di attaccamento al nostro “porto sicuro” e la naturale paura dell’ignoto.
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