Le esiliate

” Aveva scoperto di essere in grado di sopportare il disprezzo e l’umiliazione e di poter trovare momenti di grazie a nel bel mezzo del caos. Aveva scoperto di essere forte “


Londra, 1840. Evangeline è un’ingenua ragazza che fa la governante presso una ricca famiglia di città. Sedotta dal rampollo di casa, rimane incinta. Per liberarsi del problema, la padrona la taccia di furto e la fa arrestare. Dopo mesi nella fetida, sovraffollata prigione di Newgate, Evangeline viene condannata a imbarcarsi per la Terra di Van Diemen, una colonia penale in Australia. Benché incerta di quello che la aspetta Evangeline sa una cosa: il bambino che sta aspettando nascerà prima del suo arrivo in quella terra lontana. Durante il viaggio su una nave di schiavi, la Medea, Evangeline stringe amicizia con Hazel, una ragazzina che è stata condannata a sette anni di esilio per aver rubato un cucchiaio d’argento. Hazel è molto più astuta di lei, ed essendo un’esperta ostetrica ed erborista, offre aiuto e rimedi casalinghi alle prigioniere e ai marinai in cambio di favori. Benché l’Australia sia stata la patria del popolo aborigeno per più di 50.000 anni, il Governo inglese considera la colonia un luogo non civilizzato e i nativi come un fastidioso inconveniente.

Quando la Medea attracca, la loro terra è stata occupata dai bianchi e molti dei nativi sono stati forzatamente spostati altrove. Fra questi c’è Mathinna, la figlia orfana del capo della tribù Lowreenne, che è stata adottata dal nuovo governatore della Terra di Van Diemen.

“Porti con te le persone e i luoghi che ami “

Un romanzo che fa riflettere. Incentrato su donne forti le cui storie si intrecciano in modo indissolubile. La storia è ambientata nell’Ottocento quando ancora si combatteva sui diritti quali la libertà e redenzione. Difficile non farsi coinvolgere dall’amarezza e dall’ingiustizia del destino delle esiliate e allo stesso tempo sperare nella loro rivalsa. Un romanzo da leggere fino alla fine per apprezzarne l’essenza

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