L’abbazia di Northanger

“L’amicizia è certamente un balsamo alle pene dell’amore deluso.”


Catherine Morland, la protagonista del romanzo, è invitata a trascorrere qualche giorno presso l’ex abbazia di Northanger, residenza della famiglia del giovane pastore anglicano con cui si è fidanzata, e che la crede una ricca ereditiera. Suggestionata dal luogo e ancor più dalle intense letture di romanzi dell’orrore, all’epoca in gran voga, la giovane vive alterando banali eventi quotidiani alla luce di immaginarie atmosfere di terrore. Una serie di malintesi, frutto della sua fantasia sovreccitata, mette a repentaglio il rapporto sentimentale appena nato, pregiudicato anche dalla scoperta delle sue reali condizioni economiche.

“A volte chi perde guadagna”

Devo ammetterlo, quando ho comprato questo romanzo non riponevo nessuna aspettativa. Ho cominciato a leggerlo per curiosità visto che non ne avevo mai sentito parlare. Invece è stata una vera è propria sorpresa. Mi è piaciuto sin dalle prime pagine. Una scrittura dinamica e frizzante, soprattutto se paragonata agli altri romanzi dell’epoca. Ci si affeziona subito a Catherine e ci si schiera sin dal principio con o contro gli altri personaggi. Il romanzo può essere definito una sottile parodia del romanzo sentimentale. Insomma un libro che potrebbe benissimo trovarsi ai giorni d’oggi, d’altronde parliamo della penna di Jane Austen, una scrittura che non può confinarsi ad una sola epoca.

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