La pazienza della lucertola

“Assecondare la menzogna altrui è un modo per non appesantire le situazioni. Anche se ti rende complice, ti costrige a perpetuare il falso all’infinito”?


Jolie e Titina crescono negli anni Ottanta in una Napoli degradata, cercando di ribellarsi alla loro condizione e ad un destino che sembra già segnato, si stringono sempre più nella loro amicizia. Insieme affrontano l’adolescenza e la scoperta dell’eros, una realtà lontana dalle brutture degli abusi e delle violenze che sono costrette a vedere ogni giorno.

Quando Titina confessa a Jolie di essere stata stuprata da un compagno di classe e le chiede di vendicarla, l’amica non si tira indietro e da quel momento tra le due nasce un patto di sangue, qualcosa di potente e di indissolubile che racchiuderà però segreti e bugie.

Le due amiche si ritroveranno parecchi anni dopo.

La volgarità è uno stato della mente. Progredisce col progredire dei fallimenti personali

Uno spaccato di una Napoli violenta e degradata con una lente di ingrandimento sull’universo femminile degli anni Ottanta, le protagoniste vivono in una situazione in cui la lotta più grande è tenere viva la dignità.

Restano salde, unite da una condizione comune che è quella dell’oppressione da parte degli uomini, e così nasce una lotta contro chi ha fatto loro del male ma forse anche contro la categoria maschile che sembra continuare a ad approfittare di una condizione di superiorità fisica e di condizione sociale, che permette loro di commettere qualunque genere di sopruso in maniera prepotente e indisturbata. Ecco perché forse Jolie accetta di vendicare la sua amica, la sua mente inizia a concepire l’omicidio per vendicare Titina, ormai irriconoscibile e distrutta e per la quale prova un sentimento profondo, ma anche per dire “basta” con astuzia, senza violenza apparente, con armi diverse.

Un contesto nel quale la vita è spietata e difficile, dove a volte la sola soluzione è adottare “la pazienza della lucertola”, come l’autrice ci suggerisce al principio del libro, quello di fingersi morti per evitare che il nemico ti finisca. Una storia dura e piena di segreti dolorosi, un racconto dai risvolti sorprendenti che conducono ad un grido di dolore muto, stipato a lungo, una lacerazione troppo profonda che avvelena il cuore e la mente in maniera irrimediabile.

Guarda l’intervista ad Adriana Capogrosso

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