La figlia oscura

“All’origine c’era un mio gesto privo di senso del quale, proprio perché insensato, decisi subito di non parlarne con nessuno. Le cose più difficili da raccontare sono quelle che noi stessi non riusciamo a capire”✒


Leda è un’insegnante di letteratura inglese, divorziata e con due figlie ormai grandi. Dopo tanti anni si ritrova sola, le figlie in Canada da padre, e così si concede una vacanza da sola in un paese del sud Italia. In questa nuova condizione di solitudine si trova a spiare, giorno dopo giorno, una famiglia napoletana e le sue dinamiche.

Elena, la bimba del chiassoso gruppo, ha una bambola cui è molto legata. La sparizione della bambola sarà il fulcro del romanzo.

Hai l’acqua nella pancia amore mio. Custodisci la tua tenerezza liquida nel ventre. Anch’io nascondo molte cose scure, in silenzio.

Inquietante nel modo in cui solo la Ferrante sa essere, un libro noir che narra di gesti a tratti incomprensibili, un racconto tagliente e pericoloso perché mette a nudo la parte folle sopita in una donna qualunque; una donna che, come altre volte nei libri dell’autrice accade, si è distaccata dalle sue origini, al punto da guardare con sdegno l’ignoranza, la violenza,e il chiasso ( caratteristico della parte più degradata della città) ma alla fine , in maniera quasi morbosa, ne è attratta.

Ho conosciuto Elena Ferrante con “L’amica geniale”, e avendo amato la quadrilogia, subito dopo ho letto tutto ciò che aveva scritto. Non ho potuto fare a meno di notare una serie di analogie, tra queste i personaggi di Leda di questo romanzo ed Elena della tetralogia, le due figlie delle protagoniste in Canada; così leggendo la figlia oscura ho immaginato che l’autrice ( la cui identità è da sempre nascosta al pubblico) abbia voluto confidarci qualche piccolo particolare di sè …o forse mi è solo piaciuto credere che fosse così!

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