Jack lo squartatore un demonio a Whitechapel

“Caro capo,

non faccio altro che sentire che la polizia mi ha catturato, ma non mi prenderanno. Mi fa ridere quando vedo che si sentono tanto furbi e affermano di essere sulla pista giusta”


Eccovi la prima uscita della raccolta
“i volti del male” storie di assassini seriali che con le loro crudeltà sono passato alla storia.

Accarezzò di nuovo la punta del coltello. Aveva bisogno di sentire ancora una volta il metallo, di assicurarsi che era lì, nascostro nella fodera del cappotto

Ad essere onesta, affrontando questo genere di lettura resto affascinata dal mistero che avvolge queste storie e mi inquietano allo stesso tempo.
Mi turba pensare che un uomo come Jack lo squartatore non sia mai stato preso, un po’ perché le tecniche scientifiche di fine ottocento non prevedevano mezzi sofisticati, un po’ perché Whitechpel (zona di Londra nella quale l’assassino ha trovato le sue vittime) era un luogo malfamato, buio, anche l’assenza di illuminazione ha favorito tanta violenza; ma la cosa che più in assoluto mi ha fatto riflettere è che probabilmente Jack lo squartatore l’ha passata liscia solo perché il suo volto non aveva nulla di sospetto, la sua era la figura di un uomo comune, dalla quale le vittime non sentivano il bisogno di mettersi in guardia.
Tra queste pagine ho trovato la ricostruzione della vita delle vittime, donne segnate da un destino difficile e da una fine crudele, e la cosa che mette i brividi e che il loro carnefice è stata una mente malata nascosta dietro il volto di un uomo qualunque, volto che non si saprà mai a chi è appartenuto, si narra solo la sua spaventosa storia come primo serial killer della storia moderna.

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