Il giorno prima della felicità

L’italiano va bene per scrivere, dove non serve la voce, ma per raccontare un fatto ci vuole la lingua nostra che incolla bene la storia e la fa vedere. Il napoletano è romanzesco, fa spalancare le orecchie e pure gli occhi✒


La storia è quella di un ragazzino orfano che ha come maestro di vita Don Gaetano, un tuttofare di una palazzina della Napoli bene. Lo “smilzo” (così è soprannominato il ragazzino) da lui imparerà a giocare a carte, a svolgere piccoli lavoretti e soprattutto lezioni di vita.

Alla gente piacciono le giornate di sole, a me fanno paura. Le peggiori cose si fanno a cielo sereno. Quando fa brutto uno preferisce rimandare una cattiva azione. Col sole tutto può succedere. Se arrivo all’autunno mi voglio mettere a ballare sotto un acquazzone

Nelle pagine di questo libro c’è davvero tanto, la storia di crescita di un ragazzo che ha già avuto modo di assaporare le asprezze della vita, la saggezza e l’esperienza di Don Gaetano che poco alla volta attraverso un flashback ci riporta alla seconda guerra mondiale, e a come è riuscito a proteggere un ebreo dai soldati tedeschi nascondendolo nei sotterranei della città, con coraggio e audacia. C’è anche l’ingenuità del ragazzo, la scoperta dell’amore e la violenza insita nella città.

L’insegnamento forse più importante è la gioia dell’attesa che già in sé racchiude la felicità.

La scrittura di Erri De Luca è asciutta, essenziale ma allo stesso tempo delicata e metaforica, ed è intrisa di una malinconia che come una foschia avvolge Napoli e come uno scialle si appoggia sulle spalle del lettore.

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