“Ho capito tante cose quel giorno, soprattutto che se non ti butti finisci che resti al palo ad aspettare. E’ chiaro che buttarsi fa paura, per questo bisogna coltivare tanto coraggio, così tanto da riuscire a spaventare la paura”
Nadia Toffa, diventata personaggio pubblico come inviata del programma televisivo “Le Iene”, si racconta dall’infanzia alla battaglia contro il cancro.
quando ero fortunata mi imbattevo in una famiglia di bucaneve. Ogni volta mi meravigliavo di vederli lì, diritti, in grado di resistere al brutto tempo, alla poca luce, alle gelate più rigide. I loro boccioli, in apparenza fragili e piegati verso il basso, erano capaci di compiere un miracolo, fiorire in inverno. Ogni volta che ripenso alla mia vita e a tutto quello che è successo, mi ricordo dei bucaneve, della loro audacia e del fatto che i miracoli accadono
Da queste pagine ho scoperto che Nadia è sempre stata una guerriera, fin da piccola animata da un’energia ed una vitalità senza pari, diventando poi una donna straordinaria nel quotidiano, nel suo essere tenace e positiva, da qualunque scossone ha saputo trarre un messaggio positivo.
Il suo modo di raccontarsi è semplice come la confidenza che si fa ad un amico, eppure le sue parole mi sono colate dentro col peso del cemento; mi ha fatto commuovere e mi ha regalato coraggio e suscitato profonda ammirazione, mi sembra quasi di vedere il suo sorriso mentre la leggo, il simbolo della sua forza.
Raccontandosi ci insegna che la vita vera è proprio lì, nell’attesa, non nel riconcorrere l’obbiettivo, ma nell’ imparare a godere appieno del momento, come lo ha fatto lei, con curiosità e spirito avventuriero. Di Nadia vengono fuori le fragilità, quelle che ci rendono vulnerabili, che ci fanno modificare il punto di vista ma nel suo caso non hanno scalfito la sua energia, neanche il cancro l’ha spuntata, alla fine tutta la sua straordinaria forza è esplosa rendendola una luminosissima stella.
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