“Viaggiavo, una volta. Poi ho conosciuto la Cecenia e gli orrori che subiscono quei poveri innocenti. Allora ho dimenticato il resto del mondo. E, piano piano, sono diventata cecena anche io”?
Una nuova perla della splenida collana “Femminile singolare”. La scrittrice Lucia Tilde Ingrosso, attraverso una splendida biografia romanzata, ci racconta la storia della giornalista Anna Politkovskaja.
Naturalmente gli articoli che mi presentano come “la pazza di Mosca”non mi fanno piacere. Vivere così è orribile. Vorrei un po’ più di comprensione. Ma la cosa più importante è continuare a fare il mio lavoro, raccontare quello che vedo
Non si può definire semplicemente biografia un romanzo così appassionante.
La storia della straordinaria giornalista Anna Politkovskaja la viviamo attraverso i racconti, l’ammirazione e l’amore di Giorgio.
Quello che Giorgio prova per Anna è un legame profondo, che lo fa sentire vicino alla Russia, terra per lui custode di un vecchio segreto che si svela durante la narrazione.
Questa è una storia di straordinario coraggio, quella di una donna che ha accolto ogni forma di sofferenza facendosene carico, che ha voluto far conoscere al mondo ciò che i potenti volevano a tutti i costi nascondere, potenti che con perseveranza e convinzione ha sfidato a testa alta, per stare dalla parte di chi aveva bisogno di aiuto o anche solo di un conforto.
Una donna profondamente umana che ha fatto del giornalismo una missione, fino a sacrificare la sua stessa vita.
Sapeva che sarebbe morta ammazzata, ha vissuto con questa consapevolezza e ha lottato stoicamente fino alla fine, morendo in pochi secondi di un giorno qualunque, con le buste della spesa tra le mani; gesti di una donna comune ma con un coraggio strabiliante.
Una storia dolorosa e potente che non potete assolutamente perdere!
Cinque domande a Lucia Tilde Ingrosso
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