L’acqua del lago non è mai dolce

“Ci hai mai pensato all’acqua? Dicono acqua dolce, ma è una bugia. Questa acqua ha il sapore della benzina quando avvicini l’accendino prende fuoco.”


La famiglia di Antonia, approda vicino al lago di Bracciano, scappando dall’indifferenza di Roma. Lei, donna fortissima, si fa carico del marito diventato disabile a causa di un incidente sul lavoro e di quattro figli. Con fortissima onestà e tenacia lotta per ottenere una casa regolare e non occupata abusivamente. Antonia non scende a compromessi e cerca di insegnare alla sua unica figlia femmina di contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a farsi giustizia da sola, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima consapevole di un futuro privo di orizzonti.

“Mi domando: cosa accade se in un lago butti insieme una persona buona e una cattiva, qualcosa si contamina, qualcosa viene sciacquato via, qualcosa si mescola e s’assorbe?”

Un libro che parla di vita, di verità, quella cruda, quella che a volte non ci piace nemmeno ascoltare, quella che però esiste.
Una storia che entra sotto pelle fino ad arrivare alle ossa. La protagonista, il cui nome lo conosceremo solo a fine lettura, tenta in tutti i modi di evolversi, di migliorarsi per lasciare il posto il cui vive. Ma certe volte questi contesti fanno parte di noi più di qualsiasi altra cosa, e forse nemmeno ce ne accorgiamo. Così, Gaia, in costante smarginatura porta la sua vita allo sfacelo.
La bellissima scrittura di Giulia Caminito ci fa vivere da spettatori al disincanto della vita vera, la scrittura è vivace e molto ricercata, tiene sempre alta la concentrazione. I personaggi sono ben delineati. Il suo intento è quello di raccontare la forza delle donne, alle quali il romanzo è ispirato. Antonia, infatti, la mamma della protagonista rappresenta una donna che realmente ha vissuto anni di lotte pur di ottenere di essere messa in regola e recuperare la casa perduta. La Caminito non si dimentica di parlare di se stessa, e attraverso la figura della protagonista, mette a nudo in questa storia i suoi dolori e quelli delle vite che ha conosciuto.
Leggere questo libro vuol dire arrabbiarci, ma allo stesso tempo non riuscire ad odiare la protagonista, perché diventiamo man mano anche noi consapevoli delle vessazioni della quotidianità.

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2 commenti su “L’acqua del lago non è mai dolce”

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